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CONFERENZE APERTE AL PUBBLICO
8 OTTOBRE, CASA DELL'ARCHITETTURA
Ore 17.00 |
Alberto Cazzella, Jacopo de Grossi Mazzorin, Ci fu una rivoluzione dei prodotti derivati dagli animali nell’Europa preistorica?
Nel 1981 A. Sherratt scrisse un articolo che suscitò grande interesse, dedicato alla “rivoluzione dei prodotti derivati dagli animali”: fra IV e III millennio a.C. in diverse aree europee si sarebbe sviluppato l’uso di prodotti che si possono ricavare dagli animali vivi, come il latte, la lana e la capacità di traino, compreso l’aratro.
Queste innovazioni avrebbero avuto ampie ricadute in diversi ambiti, dalle modalità di svolgimento dell’agricoltura alle scelte insediative. La conferenza riesamina i punti principali della proposta di Sherratt e le critiche che gli sono state rivolte; affronta poi alcune proposte di ampia rivalutazione e la situazione interpretativa attuale, almeno secondo l’opinione degli autori.
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A. CAZZELLA |
J. DE GROSSI MAZZORIN |
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Ore 17.45 |
L. Castellano, R. de Marinis, R. Perego, C. Ravazzi: Alimentazione e produzione di miele in una residenza aristocratica della fine del VI secolo a.C. al Forcello di Bagnolo S. Vito (MN)
L’insediamento etrusco di Forcello, di ca. 12 ha di estensione, pochi km a sud – est di Mantova, era e rimase un importante porto fluviale fino al suo abbandono definitivo, nel 375 a.C.
Il suo ruolo chiave nelle rotte commerciali è ben testimoniato dall’enorme quantità di ceramica attica importata e di anfore greche da trasporto provenienti da molteplici centri di produzione, che gettano luce insieme ad altri materiali sui contatti con i Celti centroeuropei e con le genti non etrusche dell’Italia settentrionale. L’allevamento delle api in questo contesto è testimoniata, nel deposito archeologico, in una fase – la F – databile fra il 510 e il 495 a.C. Favi, miscela di miele e polline (palline di polline immagazzinate dalle api da miele nel favo), e resti di Apis mellifera sono stati rinvenuti nell’ambiente 3 della casa F 2, dispersi su una superficie di più di 12 m2. Queste tracce spesso apparivano in relazione con contenitori in legno di essenza Albies alba, mentre le parti lignee pertinenti alle strutture delle abitazioni della fase F sono principalmente in legno di quercia (Quercus). Inoltre, quelle testimonianze archeologiche sono associate con grumi di materia solida scura e lucida, nei quali sono spesso incastrati resti di Apis mellifera.
E’ visibile chiaramente ed in eccezionale stato di conservazione la struttura del favo, a celle esagonali dalle pareti sottili. Polline fossile è stato estratto dalla pappa di miele, dai frammenti di favo, dal miele carbonizzato e dai sedimenti inglobati al suo interno. Il polline è da riferire a piante acquatiche, mentre sembra assente polline da essenze arboree. I favi dell’ambiente 3 della casa F 2 quando questa venne distrutta da un incendio testimoniano, al di là di ogni dubbio, che gli Etruschi allevavano le api.
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L. CASTELLANO |
R. DE MARINIS |
R. PEREGO |
C. RAVAZZI |
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Ore 18.30 |
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Mauro Rottoli, L'introduzione di nuovi alimenti: aspetti ambientali e sociali
L’introduzione di nuovi alimenti è legata a fattori ambientali, economici e sociali. In tempi storici, l’arrivo di nuove specie e nuovi cibi è dipeso da diversi fenomeni: dallo sviluppo dei commerci, da nuove acquisizioni tecnologiche, dalle migrazioni e dalle invasioni, dall’arrivo di nuovi parassiti, dalle carestie e così via.
E’ possibile indagare questi aspetti in ambito archeologico? Come possiamo riconoscere l’introduzione e la diffusione delle nuove specie? Come possiamo ricostruire le cause e i meccanismi? La presentazione di alcuni casi studio può essere spunto per una discussione più ampia che coinvolga botanici, zoologi, antropologici e archeologi.
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