Responsabile: Luca Bondioli (Laboratorio di Antropologia del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma – Polo Museale del Lazio)
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La celebre affermazione di Ludwig Feuerbach, che nel 1862 scrisse “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia” per affermare, in polemica antireligiosa, l’origine naturale dell’uomo e l’unità di psiche e corpo, è spesso utilizzata al giorno d’oggi, al di fuori del suo contesto storico e filosofico, anche in modo banalizzante.
E’ ben noto che l’alimentazione ha avuto ed ha un ruolo fondamentale nello sviluppo fisico e psichico dell’uomo, nella crescita delle comunità, nell’insorgere di patologie, .... . D’altra parte, sono tanti i modi in cui l’umanità ha risolto più o meno efficacemente, attraverso il tempo e nella infinita varietà degli ambienti, l’esigenza di nutrirsi.
Ma cosa sappiamo realmente della dieta dei nostri progenitori e del suo variare nel tempo?
Quali sono i metodi attraverso i quali è possibile indagare l’alimentazione del passato?
Alcune fondamentali chiavi di lettura ce le offrono gli stessi reperti scheletrici, attraverso una serie di analisi specialistiche tra le quali occupano un posto di rilievo lo studio delle patologie dentarie e soprattutto l’analisi degli isotopi stabili di alcuni elementi nelle ossa e nei denti.
E’ quindi un settore di studio in cui antropologi fisici, archeologi, medici e biologi collaborano utilizzando metodologie innovative, i cui rapidi progressi portano continuamente nuove possibili chiavi di lettura, ma anche nuove problematiche da discutere.
Nella Sessione 1 sono previste:
- relazioni sulle metodologie per la ricostruzione dei regimi alimentari a partire dai reperti umani e su casi di studio;
- dibattito sulle relazioni che verranno ascoltate durante il convegno e sulle comunicazioni inerenti il tema;
- una conferenza:
Albert Zink, Annaluisa Pedrotti, Nuovi dati sull’alimentazione dell’Uomo del Similaun.
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Sepoltura di una giovane donna affetta da tubercolosi ossea. Neolitico medio, ca. 4500 a.C.
Da Parma, via Guidorossi
(Foto Soprintendenza Archeologia Emilia Romagna). |
